Cosa mi metto oggi?


I nostri vestiti sono fonte di inquinamento, questo è un dato di fatto ormai, di cui l'enorme industria  della moda è consapevole. Negli ultimi decenni, inoltre, numerose aziende hanno puntato tutto sulla cosiddetta "fast fashion" moda veloce, capi molto economici, di tendenza ma di scarsa o pessima qualità che durano poco e ci portano a comprare sempre di più e più spesso. I tessuti più usati sono quasi sempre sintetici come il poliestere o polietilene tereftalato, praticamente il PET, la stessa plastica delle comuni bottiglie contenenti acqua o altre bevande e che deriva dal petrolio. Questi tessuti offrono diversi vantaggi, soprattutto economici, ma hanno origine da processi di sintesi ad alto impatto ambientale e continuano ad inquinare anche durante il loro utilizzo, durante i lavaggi ad esempio, rilasciando microplastiche nelle nostre acque. Infine, come tutta la plastica, sono un problema anche quando li buttiamo via, nella fase dello smaltimento o dell'eventuale "riciclo".



Un piccolo appunto va fatto anche sui tessuti naturali, poiché è importante conoscerne l'origine, la filiera e i processi di lavorazione prima di pensare di fare del bene acquistando una maglietta in puro cotone. 
Oggigiorno infatti ritengo sia indispensabile fare ogni scelta quotidiana con coscienza e responsabilità, perché ogni nostro piccolo e superficiale gesto ha un impatto consistente sull'ambiente e quindi su noi stessi.

Ricordiamoci che per definizione l'ambiente è tutto ciò che ci circonda, con cui interagiamo ogni giorno, è la nostra casa, curiamola!

Maristella D'Addario


H&M is one of fashion’s biggest polluters. Now its foundation is on a $100 million quest to save the planet

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